Offerta della settimana

Inserto a legna Piazzetta mod.IL 65/48

Approfitta dell’offerta di questa settimana!!!

Questa settimana abbiamo in offerta l’inserto a legna Piazzetta mod. IL 65/49 a soli € 1.150,00 IVA esclusa

Inserti a legna: un nuovo cuore ad alto rendimento per rinnovare i vecchi caminetti.

L’inserto a legna è un focolare progettato per essere inserito in vecchi caminetti malfunzionanti al fine di risanarli; gli inserti a legna sono utilizzabili anche per la realizzazione di nuovi caminetti.

Tramite la combustione del legno, gli inserti a legna producono aria calda per riscaldare il locale di installazione e/o anche locali adiacenti (tramite appositi kit di canalizzazione); la circolazione dell’aria di riscaldamento può avvenire a convezione naturale o a ventilazione forzata.

Gli inserti a legna Piazzetta sono prodotti molto performanti, ad alto rendimento, in grado di trasformare un caminetto obsoleto in un vero e proprio apparecchio da riscaldamento.

Sono disponibili in diverse dimensioni, potenze ed estetiche, per soddisfare le diverse necessità degli utilizzatori.

Inserto a legna Piazzetta IL

CARATTERISTICHE TECNICHE GENERALI

Struttura: in acciaio verniciato con focolare chiuso
Focolare: in Aluker®
Piano fuoco: in ghisa
Apertura: porta in acciaio con vetro ceramico
autopulente resistente a 750°C.apribile ad anta
Maniglia: a scomparsa in acciaio verniciato con manofredda
Aria primaria: regolabile manualmente
Aria secondaria: regolabile manualmente
Aria terziaria: predeterminata e preriscaldata
Scarico fumi: superiore
Registro fumi: automatico e regolabile
Cassetto cenere: estraibile dal focolare
Combustibile: legna
Riscaldamento: ventilazione a convezione forzata, convezione naturale e irraggiamento

Volume riscaldabile (min-max) m3 120 – 210
Rendimento termico nominale % 80,1
Potenza termica nominale kW 7,2
Consumo nominale Kg/h 1,9
Potenza termica massima kW 8,5
Consumo massimo Kg/h 2,5
Scarico fumi Ø cm 15
Canna fumaria fino a 4,5 mt Ø cm 18
Canna fumaria oltre 4,5 mt Ø cm 15
Presa aria esterna (sez.utile min.) cm2 100
Peso Kg 105

Scheda IL 65 49

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Perchè scegliere la legna

5 buoni motivi per scegliere il riscaldamento a legna

1. Bruciare legna è ecologicamente sostenibile

Se una delle cause dell’ “effetto serra” è la continua deforestazione del nostro pianeta, è ragionevole pensare che usare legna come combustibile sia insostenibile.

In realtà, il riscaldamento a legna non può essere considerato responsabile della deforestazione, che dipende per lo più dall’agricoltura, dalla pastorizia e dalle industrie dell’arredamento. La legna utilizzata per il riscaldamento è quella che proviene dal governo dei boschi, che giova al mantenimento del verde ed al naturale rinnovamento delle piante.

il ciclo della legna

L’eccesso di anidride carbonica ( CO2 ), responsabile dell’effetto serra, deriva dal consumo dei combustibili fossili, carbone e petrolio, dove il carbonio è rimasto immagazzinato per milioni di anni, prima di essere liberato in quantità enormi dalla vorace richiesta di energia delle società industrializzate. E’ un processo a senso unico, irreversibile in tempi brevi.

Al contrario, durante la combustione, la legna produce la stessa quantità di CO2 che produrrebbe naturalmente se fosse lasciata a marcire nei boschi, per effetto della decomposizione, che può essere paragonata ad una lenta combustione naturale. Per di più, la quantità rilasciata è riassorbita dallo sviluppo di nuove piante che, attraverso la fotosintesi, la utilizzano per costruire i propri tessuti, producendo nuova legna.

Quello di cui bisogna accertarsi è che la legna che si acquista provenga da un corretto governo dei boschi, e non da una pratica di taglio indiscriminata.

La legna è l’unica fonte di energia realmente rinnovabile di cui disponiamo attualmente.

2. Bruciare legna fa bene ai boschi ed all’economia italiana

Contrariamente a quel che molti possono pensare, il patrimonio forestale italiano gode ottima salute, ed è in continua espansione da circa 150 anni. Attualmente, boschi e foreste coprono circa un terzo dell’intera superficie del Paese, per un totale di circa 9 milioni di ettari, e questa superficie va ampliandosi di anno in anno, e migliorando in qualità e resa per ettaro (provvigione).

Secondo l’Ufficio Statistica del Corpo Forestale dello Stato, la massa boschiva italiana aumenta di circa 30 milioni di mc all’anno.

foreste italiane

Di questi, solo un terzo sfruttato economicamente (sopratutto per legna da ardere, che costituisce da sola circa il 60% del consumo). Attualmente, quindi, il ‘capitale’ di legna depositato nei boschi italiani si accresce inesorabilmente di circa 20 milioni di metri cubi ogni anno. Questo andamento dipende sia dalle politiche forestali dello Stato e delle Regioni, sopratutto dal dopoguerra ed oggi, sia dall’abbandono di terreni agricoli in zone collinari e montane, che sono state rimboscate artificialmente o sono state ricolonizzate spontaneamente dal bosco.

Le piante da bosco possono essere coltivate (come qualunque altra pianta) per produrre legna da ardere o legname da lavoro. Anche quando i boschi vengono coltivati per produrre tronchi da lavoro, la corretta esecuzione delle pratiche selvicolturali produce grandi quantità di legna da ardere. Se attuata seguendo le pratiche razionali della moderna selvicoltura naturalistica, la raccolta del legno dei boschi non è un’attività distruttiva. La valorizzazione energetica del legno, anzi, è uno strumento che permette di aumentare il valore complessivo dei boschi, rendendo interessante per i proprietari coltivarli e gestirli correttamente, cosa che spesso non avviene, magari per la difficoltà di raggiungere zone impervie ed isolate, o per la eccessiva parcellizzazione dei fondi, che tende a rendere antieconomico lo sfruttamento. La coltivazione dei boschi, e la loro resa economica, sono uno strumento fondamentale per la loro conservazione e protezione dai rischi di incendio, accidentali o dolosi.

Oltre che dai boschi, il legno può essere ricavato anche dai campi: siepi campestri, alberi isolati, alberi e arbusti che crescono lungo i corsi d’acqua, producono da sempre ingenti quantitativi di legno, destinato sopratutto ad usi energetici. La politica agricola dell’Unione Europea da alcuni anni incentiva i proprietari di terreni agricoli a realizzare nuovi impianti di alberi da legno, con interessanti incentivi economici.

Legna da bruciare deriva dai residui di molte colture agricole (alberi da frutto, pioppeti), dalla potatura delle alberature stradali e del verde ornamentale, da rifiuti (vecchi imballaggi e ‘pallets’). Grandi quantitativi di legno utilizzabile a fini energetici sono disponibili presso le segherie sotto forma di corteccie, ritagli, schegge, trucioli, segatura (in media, il 30% del legno che entra in falegnameria). Tutti residui economicamente sfruttabili.

Una stima realistica fa ammontare a circa 30 milioni di m3 all’anno la quantità di legna utilizzabile in italia a scopi energetici, che, calcolando una media di 350 kg per metro cubo ed una resa energetica di circa 4 kw per chilogrammo di legna stagionata, significano un potenziale 42 miliardi di kw!!

E tutto questo senza intaccare minimamente il patrimonio forestale italiano.
Tra tutte le fonti di energia rinnovabile, in Italia il legno è quella con il più grande potenziale di utilizzo a breve periodo.

3. Bruciare legna non inquina (…più)

Per millenni si è bruciata legna, e poi carbone, senza particolare preoccupazione per l’inquinamento e per le “ricadute ambientali”, come si dice oggi. Era un mondo poco popolato, le riserve sembravano inesauribili, come inesauribile la capacità della Natura di riparare i danni prodotti dall’uomo. E poi non c’era troppa gente in giro a protestare…

Oggi la situazione è cambiata, le fonti di inquinamento si sono moltiplicate ed il mondo è diventato terribilmente affollato. Qualunque rifiuto disperdiamo senza precauzioni finirà per essere mangiato, bevuto o respirato, in qualche forma, da qualcun altro, o forse da noi stessi.

combusione ecologica

Le leggi a tutela dell’ambiente non sono leggi “nemiche” ed inutilmente vessatorie, ma al contrario strumenti indispensabili per migliorare la qualità della nostra vita, e quella dei nostri figli. Dal nostro punto di vista, anzi, sono leggi “amiche” che contribuiscono a migliorare la qualità dei prodotti presentati sul mercato.

La sempre maggiore pressione della legislazione ambientale, infatti, ha indotto negli ultimi anni i costruttori ad aggiornare tecnologicamente la produzione in maniera sorprendente, offrendo sul mercato stufe in grado di trasformare la legna in un combustibile “pulito”, riducendo del 90% gli incombusti rilasciati in atmosfera, con un rendimento che raggiunge in alcuni casi il 90%. Il tutto senza spillare fumo negli ambienti riscaldati.

Un impianto ben costruito, servito da una buona canna fumaria e alimentato con buona legna, residua un fumo caldo e invisibile che si disperde nell’atmosfera senza gravi ricadute inquinanti.

Certo una stufa di qualità costa più un prodotto economico, ma il lato bello della cosa è che una stufa poco inquinante consuma molta meno legna, a parità di calore fornito, diventando una fonte di riscaldamento realmente concorrenziale dal punto di vista economico, e costituendo un investimento in grado di ripagarsi in pochi anni.

Migliorare la qualità dell’impianto a legna significa consumare meno legna, guadagnare in salute ed in denaro, non litigare con i vicini, ed evitare qualunque senso di colpa…

4. Bruciare legna è economico

Certo, per chi vive nel pieno centro storico di una città, all’attico di un palazzo di 5 piani senza ascensore, e pretende che la legna gli sia consegnata a domicilio, tagliata a pezzetti che può mettersi in tasca, be’ allora si, la legna costa.

Ma in quasi qualunque altra collocazione, e accettando un minimo di lavoro per procurarvi e conservare la legna, scoprirete che il riscaldamento a legna è il più economico disponibile oggi.

comparazione costi combustibili

Lasciando da parte i fortunati possessori di terreni boscosi, anche se dovrete pagare per averla, otterrete un decisivo vantaggio economico dall’investimento in un buon impianto a legna.

Da una stufa di qualità con un rendimento del 80%, bruciando un chilo di legna stagionata (umidità massima del 20%) al costo di 12/13 Euro al quintale, si ottengono circa 4,3 KWh, con un costo per KWh di circa 0.030 Euro.

Da un metro cubo di metano , con un rendimento del 90%, si ottengono circa 9,8 Kwh, con un costo per Kwh di 0.085 Euro, per non parlare del costo in aree disagevoli da rifornire, dove si arriva ad oltre 0.15 euro/mc.
Per una casa che richiede 12 KWh per essere riscaldata, un’ora di riscaldamento a metano costerà circa 1 euro, un’ora di riscaldamento a legna costerà dai 30 ai 40 centesimi!

Usare legna consente risparmi dal 50 al 70% sul costo del riscaldamento.

Il denaro risparmiato bruciando legna è l’unico denaro che cresce sugli alberi

5. Bruciare legna rende indipendenti

Una crisi politica può provocare un aumento del prezzo del petrolio, uno sciopero dei trasportatori bloccare le consegne di gasolio o gpl, un’interruzione di corrente fermare radiatori elettrici e caldaie a gas, una nuova finanziaria aumentare le tasse sui combustibili… la vostra stufa a legna continuerà allegramente a bruciare ed a mantenervi caldi.

Per le persone che amano essere, almeno in parte, padrone della propria vita, il riscaldamento a legna è una delle poche occasioni rimaste per esercitare questo controllo.

indipendenza energetica

Potrete procurarvi da soli la vostra legna, oppure trattare da pari a pari con chi ve la fornirà, piuttosto che avere a che fare con una anonima e distante multinazionale per cui siete solo un numero. E se il vostro fornitore non vi soddisfa, potrete cambiarlo, o presentargli le vostre rimostranze, con qualche concreta possibilità che questo lo induca a comportarsi meglio in futuro.

Grazie alla semplicità ed affidabilità delle stufe in ghisa di qualità, la cui manutenzione in generale si può eseguire con un minimo di addestramento e un grano di prudenza, potrete dire addio ai pezzi di ricambio costosi ed introvabili, ai servizi di assistenza distanti ed indifferenti, alle salate parcelle presentate al termine di visite-lampo da spietati termotecnici.

FONTI: Alfredo Neri

La stufa a legna – 2^ parte

Cos’è una stufa a legna

Una stufa è una camera di combustione chiusa, con l’ ingresso per l’aria forzato che, regolando la combustione, la rallenta e recupera l’energia per trasformarla in calore ambiente.

Tutti gli apparecchi di seguito descritti sono quindi “stufe“, anche quelli non tradizionali, come focolari ed inserti per camini.

Come fonte di riscaldamento, una stufa è molto più pratica ed economica di un camino aperto: con una minima provvista di legna ed una installazione corretta, può ripagarsi in pochi anni, specie in zone dove il combustibile liquido o gassoso è particolarmente costoso.

In questa sezione descriviamo le stufe più comuni disponibili sul mercato. Capire come differenti tipi di stufa funzionano aiuterà a formulare una scelta.

La produzione del calore

Combustione controllata

Uno degli elementi chiave della stufa è che opera sul principio della combustione controllata. In un caminetto aperto, non c’è modo di graduare la quantità di aria fornita alla combustione; così la fiamma brucia senza controllo, consumando grandi quantità di legna e disperdendo la maggior parte dell’energia prodotta  in canna fumaria.

 valvola

In una stufa, al contrario, l’aria comburente è misurata da una valvola, che, regolandone  la quantità, consente di variare la produzione di calore secondo necessità.

Nuove tecnologie

La forte attenzione dei Legislatori internazionali nei confronti dell’inquinamento atmosferico, ha indotto i costruttori a studiare nuovi sistemi di combustione nei loro prodotti. Le nuove tecnologie sviluppate hanno incrementato l’efficienza e la sicurezza delle stufe, diminuendo l’emissione di incombusti ed i livelli di monossido di carbonio.

Quando il legno brucia, si separa chimicamente in carbone e gas volatili, o fumi. Per bruciare efficientemente, una stufa deve bruciare sia il carbone che i gas. Ma le due cose hanno differenti esigenze e caratteristiche di combustione.

Il carbone ha bisogno di raggiungere soltanto i circa 260°C per accendersi; perciò, può essere bruciato nella camera di combustione. I fumi, invece, devono raggiungere circa 650°C per accendersi, il che significa rendere la stufa troppo calda per l’ambiente. Questo problema è stato affrontato dai costruttori sviluppando le due differenti tecnologie impiegate ora per una migliore combustione: catalitica e non catalitica.

La combustione catalitica

E’ la prima e più vecchia tecnologia antinquinamento; agisce come i catalizzatori delle automobili. I fumi vengono forzati a passare attraverso una cella a nido d’ape, rivestita di metalli nobili catalitici (platino,palladio, rodio). Quando i fumi raggiungono la temperatura di 260°, le molecole del gas vengono chimicamente modificate, abbassando la loro temperatura di ignizione e quindi bruciate, aumentando la produzione di calore e riducendo l’inquinamento.

combustione catalitica

Altri catalizzatori, più economici, sono realizzati in materiale ceramico surriscaldabile, in cui il principale vantaggio della struttura a nido d’ape è la maggior superficie di contatto tra i fumi incombusti e la parete ceramica surriscaldata, che ne favorisce l’ignizione.

La postcombustione

E’ utilizzata nelle restanti stufe. Dei deviatori confinano i gas, surriscaldandoli, in una porzione della camera di fuoco dove è presente un afflusso indipendente di aria, anch’essa preriscaldata, che induce una combustione secondaria, grazie alla presenza di ossigeno fresco. Alcune stufe utilizzano una seconda camera di combustione, specifica per questo scopo. I fumi vengono bruciati ed il calore recuperato.

Postcombustione

La diffusione del calore

Le stufe diffondono calore per irraggiamento o per convezione. La scelta del tipo di diffusione influisce in maniera determinante sulla qualità del riscaldamento nelle diverse situazioni.

L’irraggiamento è la trasmissione diretta dell’energia sotto forma di raggi infrarossi, onde elettromagnetiche il cui spettro di frequenze è appena inferiore a quello della luce visibile. Le onde elettromagnetiche scaldano gli oggetti che intercettano, ma non scaldano l’aria che attraversano. Solo quando i muri sono diventati caldi si produce un moto di convezione dell’aria.

I tradizionali caminetti aperti riscaldano per irraggiamento, ma non sono molto efficienti come fonte di calore utilizzabile. Il calore proviene soprattutto dalla bocca del camino, ma , in media, soltanto il 10% dell’energia prodotta viene irraggiato nell’ambiente. Il restante 90% si disperde in canna fumaria.

Per di più, i caminetti aperti aspirano enormi quantità di aria, causando correnti interne alla casa. In molti casi, essi possono in realtà diminuire la temperatura degli ambienti favorendo infiltrazioni di aria fredda dall’esterno.

Stufa a legna Dovre

Le stufe ad irraggiamento, invece, sono molto più efficienti, grazie alla gran quantità di calore trasmesso dalle pareti, ed al molto minor fabbisogno d’aria. In queste stufe l’involucro è riscaldato dalla combustione, ed il calore è trasmesso attraverso le pareti ed irraggiato nell’ambiente.

La superficie delle stufe in metallo diviene molto calda, consigliando una protezione se in casa ci sono bambini, anziani od infermi ed il rispetto di distanze di sicurezza da pareti non protette e pezzi di arredamento. Sostare nei pressi di una grossa stufa ad irraggiamento in metallo accesa al massimo dell’andatura può essere insopportabile.

Le stufe in cotto od in pietra ollare producono un irraggiamento assai più “dolce” delle stufe in metallo, con una temperatura superficiale più bassa e più sicura, e con una durata dell’irraggiamento, rispetto alla carica di combustibile, generalmente maggiore di quelle in metallo.

La convezione è la trasmissione del calore attraverso un fluido, normalmente aria od acqua. Quando l’aria si riscalda si alleggerisce e tende a salire, creando correnti convettive che la mettono in circolazione, distribuendola negli ambienti.

Le stufe a convezione producono altrettanto calore radiante dei camini aperti, ma a questo aggiungono il calore distribuito dall’aria. La camera di fuoco è incassata tra pareti di metallo. L’aria fredda della stanza è aspirata nella stufa da aperture poste vicino al pavimento. Dopo essere stata scaldata dal contatto con la camera di fuoco, l’aria esce attraverso le aperture superiori della stufa per convezione naturale, sebbene alcune stufe, come le nuove stufe ” a palline”, usino piccoli ventilatori per aumentare la circolazione dell’aria.

Convezione

Le stufe a convezione scaldano parzialmente anche ad irraggiamento, ma la superficie esterna della stufa è molto più “fredda” dei tipi esclusivamente radianti. Questo rende le stufe a convezione più sicure per i bambini gli anziani e gli infermi, e  più facili da posizionare, consentendo una minor distanza di sicurezza da pareti e mobili di quelle ad irraggiamento (ricordarsi comunque che lo sportello di caricamento è sempre molto caldo). Inoltre, distribuiscono il calore più uniformemente nei vari ambienti, anche se l’aria calda tende a stratificarsi a vari livelli di temperatura tra pavimenti e soffitti.

Tipi di stufe

Sebbene le stufe si trovino in commercio in molte fogge differenti, esse sono tutte comprese in tre categorie: stufe tradizionali, focolari ed inserti per camini, stufe “a palline”.

Stufe tradizionali

Le stufe tradizionali sono delle scatole costruite in metallo ( ghisa o acciaio), talvolta rivestito di ceramiche o di pietra, in ceramica (stufe di cotto), o in pietra, generalmente steatite. In questi ultimi casi, gli sportelli per il caricamento della legna e per lo svuotamento della cenere sono comunque in metallo.
Le stufe tradizionali possono essere sia ad irraggiamento che a convezione.

Inserti per caminetti

Gli inserti per caminetti sono stufe studiate per essere inserite nella bocca di caminetti esistenti, cercando di modificarne al minimo l’aspetto e l’uso tradizionale e senza interventi distruttivi dell’esistente. Possono funzionare sia ad irraggiamento che a convezione, che è il modo più efficiente.
Qualunque tipo inserto riduce di molto il consumo di legna e rende il caminetto più sicuro, consentendone l’uso anche nelle ore notturne od in assenza di sorveglianza continua.

  1. 1. Aria primaria regolabile
  2. 2. Aria secondaria per pulizia vetro
  3. 3. Cassetto cenere estraibile anche con focolare funzionante
  4. 4. Guarnizione di tenuta
  5. 5. Valvola fumi regolabile
  6. 6. Uscita fumi
  7. 7. Uscita aria calda per riscaldamento
  8. 8. Carenatura in acciaio zincato
  9. 9. Braciere in ghisa doppio spessore
  10. 10. Piastra di fondo sostituibile
  11. 11. Deflettore per cappa in acciaio
  12. 12. Alare fermalegna
  13. 13. Corpo in ghisa termica GG20
  14. 14. Portina in ghisa in unica fusione
Termocamino aria

Focolari prefabbricati

Al contrario degli inserti, i Focolari non sono costruiti per essere inseriti in un caminetto, ma per sostituirlo completamente. Sono quindi i più adatti a chi, volendo realizzare un nuovo impianto, preferisca conservare il “glamour” di un caminetto tradizionale, con tutti i vantaggi, però, di una tecnica di combustione moderna.

Il metodo usato è sempre quello della convezione, mai dell’irraggiamento, con la differenza, rispetto agli inserti, che la camera d’aria necessaria ad attivare la convezione può essere fornita dal produttore o costruita artigianalmente, con qualche risparmio sui costi.

Si tratta di macchine in generale di notevole potenza, adatte al riscaldamento di grandi ambienti, e di costo notevole. Una volta nascoste da un rivestimento, però, possono essere scambiate per un camino tradizionale e come un camino tradizionale possono anche, volendo, essere usate.

  1. 1. Uscita fumi Ø 200 mm
  2. 2. Valvola aria ad apertura automatica
  3. 3. Deflettore girofumi aerodinamico per una combustione ottimale
  4. 4. Sistema doppia combustione, per una combustione più completa
  5. 5. Vetro ceramico 4 mm spessore resistente a temperature di 750 °C
  6. 6. Maniglia rimuovibile
  7. 7. Piedistallo con piedini regolabili
  8. 8. Carenatura di convezione in acciaio galvanizzato spessore 1 mm
  9. 9. Spoiler e sistema pulizia vetro
  10. 10. Fondo focolare in ghisa nervata ad alto spessore con pannello per l’eliminazione della cenere.
  11. 11. Cassetto cenere in acciaio galvanizzato
  12. 12. Possibile inserimento, dall’interno del focolare, di un ventilatore per alimentare canalizzazioni
  13. 13. Raccordo aria esterna di combustione.
focolare a convezione

Stufe a pellet

Relativamente recenti sul mercato, ma ormai ampiamente affermatesi, le stufe a convezione “a palline” (pellet stove), sono così chiamate perché bruciavano, all’origine, palline di segatura pressata prodotte con residui di legno , anche se ormai le palline sono state sostituite da cilindretti di 6/8 mm di diametro, molto più semplici ed economici da produrre.

Sebbene siano tra le più sofisticate stufe in commercio (sono dotate di microprocessori per controllarne le operazioni), l’idea base di queste stufe risale alle vecchie stufe a carbone del secolo scorso.

Un dispensatore elettrico preleva le palline da un magazzino ed alimenta la camera di fuoco, dove l’aria è soffiata a pressione, creando una combustine surriscaldata. Il fuoco brucia ad una temperatura così alta, che i fumi sono letteralmente consumati, ottenendo una combustione pulitissima. Il gas di risulta è spinto all’esterno da un condotto forzato. Un aspiratore elettrico fornisce l’aria necessaria alla combustione, mentre altri ventilatori espellono l’aria di convenzione nell’ambiente. Tutte le operazioni sono controllate da un termostato.

  1. 1. Accensione automatica e programmabile tramite display
  2. 2. Serbatoio pellet
  3. 3. Coclea alimentazione pellet
  4. 4. Braciere combustione pellet
  5. 5. Aspiratore fumi
  6. 6. Cassetto cenere
  7. 7. Vetro ceramico alte temperature
  8. 8. Candeletta accensione
  9. 9. Ventilatore scambio aria
  10. 10. Tubi scambiatori
schema stufa a pellet

 

FONTI: Alfredo Neri

La stufa a legna – 1^ parte

Dopo la crisi del petrolio del ’73, un sempre maggior numero di utenti ha cercato alternative economiche ai combustibili fossili per le proprie esigenze di riscaldamento domestico, riscoprendo il riscaldamento a biomassa, che una volta significava, semplicemente, legna.

Il boom delle stufe a legna degli anni ’80 e ’90 è stato sostituito, a partire dalla svolta del secolo, dal boom delle stufe a pellet.

E tuttavia una vecchia idea come la stufa a legna, aggiornata tecnicamente ed usata correttamente, può scaldare confortevolmente qualunque casa.

stufa a legna

 

Sebbene molto del piacere di possedere una stufa consista nel suo calore “sociale”, sempre più attenzione è stata puntata sulla sua efficienza nel riscaldamento. Usando nuovi materiali e progettazioni, i costruttori hanno sviluppato prodotti assai più efficienti delle vecchie “Stufe della Nonna”. Oggi il riscaldamento a legna continua ad essere, decisamente, il più conveniente, sia come costo di esercizio che come costo di impianto.

Per di più, come punto focale di raccolta per la famiglia e gli amici, una stufa, grazie al suo design e alla sua collocazione, può diventare il pezzo di arredamento principale della casa, esprimendo lo stile di vita dei padroni di casa, che sia formale o “casual”.

Questa guida si propone di condurVi attraverso tutte le fasi di realizzazione di un impianto a legna: dalla scelta dei materiali, alla progettazione, alla costruzione vera e propria. Potrete scegliere se riscaldare l’intera casa, ovvero usare una stufa solo come fonte alternativa di calore in caso di emergenza. In ogni caso troverete qui informazioni utili per valutare qualità e convenienza di quanto offerto dal mercato, sia che preferiate affidare l’installazione a professionisti del settore, sia che decidiate di affrontare personalmente questa avventura.

Una stufa a legna richiede più cura, tempo e fatica di un impianto, poniamo, a metano o a pellet; ma vi ricompenserà con un comfort inimitabile, con la libertà di poter scegliere la vostra fonte di combustibile, con una manutenzione minima e largamente indipendente da tecnici esterni, con una durabilità che, grazie alla sua semplice concezione, è irraggiungibile da qualunque complesso meccanismo elettromeccanico. Senza considerare che intorno ad un bel fuoco di legna si possono riunire famigliari ed amici, raccontare e ascoltare storie, godere il calore della propria casa. Provate a fare tutto questo davanti ad un bruciatore a gasolio…

FONTI: Alfredo Neri

il Caminetto – 6^ parte

Materiali per la costruzione di caminetti aperti

Il bello di un camino è, fra l’altro, che può essere realizzato praticamente con qualunque materiale ragionevolmente resistente al calore.

La maggior parte dei camini è naturalmente costruito in materiale edile, cioè in un materiale fondamentalmente economico. In effetti, il maggior costo cui si va incontro, nella realizzazione di un camino, è  quello della mano d’opera, diretta ed indiretta, dove per manodopera diretta si intende il costo vivo, ed evidente, del personale incaricato della costruzione vera e propria, e per mano d’opera indiretta il costo della lavorazione di materiali eventualmente acquistati prefiniti, costo spesso non immediatamente evidente: per molti materiali prefiniti spesso si può dire che il costo della lavorazione supera di molte volte quello dei materiali.

Data la vastità del campo, non pretendiamo di esaurirlo: di seguito diamo solo qualche indicazione sui più comuni materiali impiegati.

Per la realizzazione del focolare

 Mattoni refrattari

I mattoni refrattari sono realizzati con argille contenenti una alta percentuale di allumina e silice, che conferiscono grande resistenza termica. I più comuni sono di qualità rossa, con resistenza sino a i 1000 °C o di qualità gialla o bianca, con resistenza sino ai 1300 °C.

Normalmente sono di grana molto fine ed estremamente compatta, dotati di notevole resistenza meccanica.

Comunque si trovano in commercio mattoni e tavelle di forma e dimensioni molto varie, ed anche la grana e la lavorazione possono variare entro certi limiti per conferire un aspetto più gradevole. Vanno legati con specifiche malte refrattarie, evitando l’uso del cemento comune, che non ha sufficiente resistenza alle temperature elevate ed agli shock termici.

I mattoni vanno abbondantemente bagnati prima dell’utilizzo, per evitare che la malta bruci, ed i giunti vanno riempiti con cura sino al bordo. Esistono stucchi specifici per la finitura delle giunture.

Dove possibile, si legano le pareti posteriori del focolare, quelle non a vista, con uno strato uniforme e coprente di malta refrattaria, a mo’ di intonaco.

Infine si pulisce la parete finita a vista con acqua abbondante, procedendo dal basso verso l’alto, si ripete l’operazione con una soluzione di acqua ed acido muriatico ( 1 parte di acido e 5 di acqua), ed infine si risciacqua.

E’ consigliabile far asciugare per qualche giorno, e procedere poi alle prime accensioni di combustibile con prudenza, senza raggiungere temperature eccessive, per consentire l’essiccazione uniforme e completa della muratura.

   Ceramica

Le mattonelle in ceramica sono un ottimo materiale per il rivestimento interno del focolare.

Vanno fissate alle pareti  con stucchi o malte refrattarie ed è comunque consigliabile che la parete di supporto sia anch’essa in materiale refrattario. Se le mattonelle sono decorate, assicurarsi che la pittura sia del tipo per alte temperature, fissata con una cottura in forno.

Si cerchi di evitare mattonelle troppo delicate e sottili, perché non si rompano troppo facilmente con la pressione o gli urti provocati dai ciocchi di legno.

Nei paesi anglosassoni c’è una notevole produzione di mattonelle specificamente da camino, che vengono usate anche per la realizzazione del focolare esterno, se ne trovano di importazione presso alcuni rivenditori specializzati.

Una volta si pensava che la parete del focolare realizzata con mattonelle lisce, lucide e di colore chiaro avesse un più alto potere riflettente ed aumentasse in maniera significativa l’irraggiamento del camino. Oggi si sa che non c’è in realtà una gran differenza pratica, ma in compenso, un focolare realizzato in questo modo può essere di aiuto per i maniaci della pulizia.

Per evitare un eccessivo annerimento delle mattonelle è di aiuto far bruciare la legna su una griglia sollevata rispetto al piano del fuoco e leggermente scostata dal fondo, o anche posizionare sulla parete di fondo una piastra di ghisa.

   Metalli

Il rivestimento in metallo del focolare è stato per molto tempo utilizzato allo scopo di aumentare l’irraggiamento del caminetto e quindi la sua efficienza termica. I materiali impiegati sono l’acciaio e la ghisa.

Alcuni pensano di poter utilizzare questi rivestimenti per proteggere dal calore le pareti in muratura del focolare, il che non è affatto vero: quando il metallo si surriscalda, irraggia calore da entrambe le due superfici interna ed esterna, quindi la muratura coperta dal metallo deve comunque sopportare un’alta temperatura, quasi sempre, anzi,   una temperatura molto maggiore di quella che si avrebbe, in alcune parti, senza il rivestimento metallico.

E’ quindi buona norma cercare di installare le lastre di acciaio o di ghisa lasciando una  intercapedine  tra di esse e lamuratura, in cui l’aria possa liberamente circolare, raffreddando la parete interna del camino, che deve essere comunque realizzata con materiali fortemente refrattari. Tale circolazione di aria surriscaldata consente inoltre, in alcune conformazioni di focolari, di migliorare il tiraggio della canna fumaria.

L’acciaio è un materiale più  lavorabile: essendo facilmente saldabile consente la realizzazione di interi focolari in un blocco unico, tuttavia è facilmente deformabile dalle alte temperature, e più soggetto alla corrosione prodotta dalle condense acide.

La ghisa è un materiale decisamente migliore, ma meno lavorabile, il rivestimento completo del focolare deve essere realizzato con lastre separate, lasciando un minimo di aria tra le giunzioni delle lastre per consentire la loro espansione sotto l’azione della temperatura.

Le lastre di ghisa da camino si trovano in commercio nelle più svariate forme e dimensioni, quelle utilizzate per il fondo possono anche essere riccamente decorate.

Il rivestimento interno in metallo è molto utilizzato nei camini prefabbricati, di cui alcuni sono realizzati completamente in ghisa.

Malte e Cementi

E’ bene spendere qualche parola sulle malte ed i cementi refrattari.

Quando si realizza un focolare da camino, sia che venga lasciato a vista, sia che venga rivestito di piastrelle o metallo, non bisogna mai lasciare al caso l’impiego di alcun materiale, tanto meno un componente essenziale come il legante dei mattoni e delle tavelle refrattarie.  I comuni cementi e malte usate in edilizia (cementi tipo ‘Portland’ o malte pozzolaniche generiche) non hanno la necessaria resistenza agli sbalzi termici ed all’attacco delle condense acide generate dalla combustione della legna, e tendono, col tempo, a sgretolarsi, separando i mattoni uno dall’altro e compromettendo, a volte, la stessa stabilità del camino.

Le malte ed i cementi refrattari refrattari sono al contrario realizzati con componenti selezionati per una migliore resistenza alle alte temperature ed agli sbalzi termici, con alte percentuali di ossido di silicio ed ossido di alluminio e basse percentuali di ossido di ferro ( alcuni tipi contengono anche silicato di sodio o alluminato di calcio) e garantiscono una molto maggior durata e resistenza. Questi prodotti sono insolubili in acqua e resistenti agli acidi, ed i migliori sono a presa cosiddetta ‘ceramica’, induriscono, cioè, completamente, soltanto quando sono sottoposti ad alte temperature. Pertanto, le prime ‘cotture’ del camino sono in realtà ancora parte integrante del processo di costruzione, che può dirsi completato a regola d’arte solo dopo alcune accensioni di prova. Tali accensioni dovranno essere prudenti utilizzando fiamma bassa ed aumentando solo molto progressivamente la temperatura, per consentire al cemento di ‘tirare’ senza fratture. Un errore in questa fase può essere fatale e compromettere definitivamente la qualità dell’opera.

Lo strato di cemento tra i mattoni non deve essere molto spesso, in generale assai più sottile di quello normalmente utilizzato per murature comuni.

Malte e cementi refrattari sono abbastanza facilmente reperibili, sia presso i comuni rivenditori di materiali edili, sia presso i rivenditori specializzati di prodotti per fumisteria. Il costo è più elevato dei cementi comuni, ma comunque del tutto abbordabile.

Esistono in commercio molte varietà di stucchi, malte e cementi refrattari, specifici per vari usi e varie resistenze termiche,  sia in polvere da miscelare con acqua, sia  in pasta già pronti per l’uso.

La competenza del rivenditore consiglierà chi voglia cimentarsi nell’impresa il prodotto migliore nel caso specifico.

Per la realizzazione della cappa

…ancora mattoni

I mattoni e le tavelle in refrattario possono essere utilizzati anche per la realizzazione della cappa, che in fondo altro non è che il prolungamento verso l’alto del focolare. La forma strombata, che si dà alla cappa per convogliare dolcemente i fumi verso la canna fumaria, rende forse più semplice l’uso delle tavelle,  mentre i mattoni richiedono una mano davvero esperta.  Valgono per la cappa le stesse avvertenze nell’uso dei refrattari descritte per i focolari.

L’abitudine di utilizzare per la realizzazione della cappa i comuni mattoni forati ( i cosiddetti tavelloni ) anche se comodo, non è del tutto consigliabile, a meno che la parte interna della cappa non venga protetta con rivestimento in materiale refrattario: i comuni mattoni forati, per quanto prodotti con cotture ad alte temperature, non sono realizzati in materiale refrattario e non reagiscono bene agli shock termici. Per di più, l’aria contenuta nei fori di alleggerimento, sottoposta ad alte temperature, può espandersi sino a produrre una pressione sufficiente a provocare rotture.

 …ancora metalli

Le cappe in ferro lasciate a vista vengono talvolta utilizzate per aumentare l’irraggiamento del caminetto. Bisogna però essere certi di un buon tiraggio, perché più calore viene sottratto ai fumi, più pesanti questi diventano. Inoltre, una cappa bollente può essere pericolosa per un ospite distratto.

Il metallo è in realtà un ottimo materiale  per la realizzazione della cappa: è liscio e consente un rapido e facile scorrimento dei fumi, trattenendo un minimo di particelle solide e riducendo il formarsi di depositi di fuliggine, diventa rapidamente caldo, aiutando il tiraggio, specie nelle fasi iniziali dell’accensione, è ben lavorabile, permettendo di dare alla cappa una forma adeguatamente ‘morbida’, ed è infine leggero, cosa non trascurabile se si lavora su solai già notevolmente carichi, o se la cappa deve essere appesa.

Il ferro è il materiale più economico e semplice da reperire, qualunque buon fabbro può lavorare fogli di lamiera sino a dar loro la forma necessaria, tuttavia vale per la cappa quanto già detto per il focolare: il ferro si deforma con relativa facilità e non resiste a lungo alle condense acide.

Stesso problema per il rame o l’ottone, che sono, anzi, assai più sensibili e, in qualche caso, potenzialmente pericolosi: una cappa in rame a vista può essere davvero bella, ma il rame (o l’ottone, che contiene il rame in lega), sotto l’azione dell’umidità dei fumi e delle condense acide, può produrre verderame, un pericoloso veleno da evitare, se si intende utilizzare il camino per cucinare.

Il miglior metallo per realizzare cappe ci sembra l’acciaio inox, che conserva tutti i vantaggi del ferro, con in più una notevole resistenza alla deformazione ed alle condense acide, con spessori anche molto sottili. Una cappa in acciaio inox (Aisi 304, o, meglio Aisi 316, lo stesso usato per le canne fumarie) coibentata esternamente con della lana di roccia, o altro materiale equivalente, è leggera, facile da installare, molto efficace, e nemmeno troppo costosa, se non si pretende una finitura a vista (tipica di certi camini moderni).

Per la realizzazione del rivestimento

 …di nuovo mattoni.

I caldi colori di terra dei mattoni si intonano bene con il bagliore della fiamma nel caminetto.

I mattoni  sono stati per lungo tempo il materiale tradizionale per la realizzazione di caminetti, grazie alla facile reperibilità, alla economicità, ed alla grande possibilità di scelta: ci sono moltissimi tipi diversi di mattoni, per forma, colore, grana, dimensione.

Non c’è regione, o addirittura città d’Italia, che non abbia il suo mattone. Se a questo aggiungiamo la grande variabilità di schemi con cui i mattoni possono essere posati e l’estro dell’installatore o del progettista, crediamo di poter dire che se anche tutti i camini d’Italia fossero realizzati solo in mattoni, comunque non ce ne sarebbero due uguali.

 …ancora ceramica

Le mattonelle di ceramica sono anch’esse un ‘ottimo materiale da rivestimento, di qualunque genere siano. Grazie alla possibilità di variare il colore, la decorazione, il disegno, la forma e la superficie, si possono adattare a qualunque tipo d’arredamento.

Con le mattonelle si possono realizzare, oltre i frontali di rivestimento, anche i focolari esterni, ricoprendo pavimenti in parquet o in   moquette con materiale protettivo, avendo solo cura di utilizzare materiale di una certa robustezza.

Il prezzo può variare molto, ma si tenga conto che anche le più economiche mattonelle sono in genere più dispendiose di altri materiali.

 …di nuovo metalli

Rame, bronzo, acciaio, ferro e specialmente l’ottone lucidato sono diventati scelte popolari per i rivestimenti.

Rame ed ottone sono spesso usati in strisce o fogli che possono anche essere sbalzati o avere tessiture e trattamenti particolari.

I fogli di acciaio possono essere satinati, lucidati o anodizzati in colore. Il ferro è utilizzato anche in ornamenti battuti ed attrezzi di complemento.

I vantaggi del metallo sono la durabilità, il peso leggero e l’adattabilità a molti diversi stili ed epoche.

I metalli trattati per rivestimenti sono costosi se comparati ai mattoni od alle pietre ed ai marmi comuni

   Pietra

Anche la pietra si trova in molte forme, dimensioni e colori. L’Italia è il paese delle pietre, ancor più che dei mattoni. In certe regioni d’Italia, si potrebbe scoprire in quale paesino ci si trova, soltanto avendo imparato a riconoscere la particolare sfumatura di colore dei tufi locali.

Tanti tipi di pietre diverse consentono tante diverse interpretazioni.

Le pietre di fiume sono state arrotondate e lisciate dall’azione della corrente, mentre i sassi, lavorati solo dalla pioggia e dal sole, tendono ad essere rozzi e spigolosi. Pietre e sassi sono particolarmente efficaci in arredamenti rustici, specialmente nei loro luoghi di origine, dove consentono realizzazioni davvero efficaci ad un prezzo molto contenuto.

La pietra da taglio può essere quasi altrettanto rozza dei sassi, come spesso è l’arenaria, il serpentino, la pietra serena, o lavorata sino all’eleganza, come spesso il marmo o l’ardesia. Più lavoro ci vuole a rifinire la pietra, e più rara è, e più sarà costosa.

Come i mattoni, la pietra è pesante, quando è usata in quantità può richiedere un supporto adeguato.

   Cemento, stucco, intonaco

Il cemento può essere gettato sul posto, o acquistato in pannelli prefabbricati.

Quando è ancora plastico, può essere lavorato, spazzolato, scolpito per ottenere differenti finiture. Pezzetti di marmo o onice possono esservi mescolati, per ottenere diverse graniglie, può essere tinto o dipinto in qualunque colore.

Si possono far realizzare od acquistare blocchi di cemento decorati, e impilarli come mattoni. Insomma, il cemento è estremamente versatile e relativamente economico. Come pietra e marmo è molto pesante.

Anche stucco ed intonaco possono essere lavorati in vario modo, completati con inserti di altri materiali, dipinti, verniciati, e trattati con varie finiture superficiali.

A seconda del trattamento si possono avere finiture moderne o rustiche e tradizionali, e si può cambiare anche notevolmente l’aspetto di un camino, semplicemente modificando il trattamento superficiale dell’intonaco, in maniera semplice ed economica.

Stucco ed intonaco, generalmente posati in strati relativamente sottili, non danno problemi di peso, e sono estremamente economici.

 

Pietre e materiali sintetici.

Se i materiali edili convenzionali non possono essere utilizzati per il loro peso, o per qualche altra ragione, si possono usare invece dei materiali sintetici molto più leggeri. La scelta può andare da sottili pannelli che sembrano pareti di mattoni o pietre, sino a similpietre vulcaniche che pesano meno di un quarto delle originali pietre da cui sono indistinguibili. Per il loro peso leggero questi materiali sono specialmente utili per camini da aggiungere in appartamenti posti in palazzi multipiano, i cui solai non sono previsti per pesi sostenuti e concentrati.

   Legno

Da tempo usato per cornici, o per realizzare il classico ‘trave’ dei caminetti tradizionali, il legno sta diventando una scelta sempre più frequente per l’intero frontale del caminetto. Differenti tipi possono essere usati per diversi tipi di arredamento. Quercia e altri legni duri ben rifiniti e lucidati possono dare un tocco ad interni eleganti, mentre legni teneri sono adatti ad interni rustici.

Il legno può essere lasciato grezzo, oppure trattato in vario modo, scolpito, intarsiato, verniciato, marmorizzato, usato in fogli sottili per impiallacciature ed intarsi, od in tavoloni grezzi per travi e colonne.

Il legno si accoppia facilmente con qualsiasi altro materiale: il più classico camino all’italiana prevede un focolare rivestito in mattoni, un trave di legno come mensola, ed una semplice cappa intonacata.

La reperibilità è ovviamente semplice, in qualsiasi tipo di tagli, e in una grande quantità di essenze. Il costo dipende sopratutto dalla qualità della lavorazione richiesta, anche se ci sono a volte grandi differenze di prezzo fra le essenze.

Il legno ha due limitazioni: può richiedere maggiore manutenzione di altri materiali, e deve essere installato in modo che nessun bordo di legno sia in linea diretta con le fiamme.

E’ relativamente leggero ed in genere non crea problemi di peso su solai.

Fonti: Alfredo Neri

C’era una volta il Focolare

 

Un tempo, quando non c’erano i termoconvettori, i pannelli solari, il forno a microonde, il suo ruolo nella casa, per la famiglia, era fondamentale, tanto che non di rado il suo nome veniva usato, in senso figurato, come sinonimo, appunto, di “casa”, di “famiglia”: il focolare. Sempre importante perché attorno a lui si raccoglievano le generazioni, da lui veniva per tutti il calore, sulle sue fiamme si cuocevano i cibi, il focolare viveva il suo momento di più fulgida gloria nel periodo delle festività natalizie e di fine d’anno, quando, per le caratteristiche appena descritte, diventava centrale per rallegrare le occasioni d’incontro, preparare le portate delle grandi ricorrenze, rendere più accogliente, con i ciocchi ardenti e la luminosità del fuoco, la convivialità. Intorno al focolare ci si radunava per le veglie, al tepore del focolare si tramandavano storie e racconti reali o fantastici, che i posteri avrebbero poi chiamato “favole da focolare”. Foto - Focolare acceso nel camino

“Per me che non ho veduto né il colosso di Rodi né le piramidi d’Egitto, la cucina di Fratte ed il suo focolare sono i momenti più solenni che abbiano mai gravato la superficie della terra”: così Ippolito Nievo, nelle sue “Confessioni di un Italiano”, riassume un’opinione un tempo largamente condivisa, che cioè il focolare fosse una presenza, in cucina, ma, per estensione, in casa, con una sua riconosciuta dignità per l’insostituibile compito che svolgeva. Tant’è che molti autorevoli scrittori

hanno assunto il focolare come elemento descrittivo caratterizzante situazioni, ambientazioni, atmosfere, come, per fare un esempio, Umberto Saba quando scrive: “C’era un po’ in ombra, il focolaio: aveva arnesi, intorno, di rame.
Su quello si chinava la madre, col soffietto e uscivano faville”. Per amore di esattezza va detto che propriamente il focolare è la parte piena del camino: alla parte sovrastante, la cappa, era legata peraltro un’aura di mistero e di magia. Nera di fuliggine, si perdeva in un buio che ingoiava la luminosità delle faville sprigionate dai ciocchi ardenti, quando crollavano fra le braci.
Dove vanno le faville? Si chiedevano i bambini. Su su per quell’oscuro condotto fino al comignolo che, sul tetto, segnalava la presenza di un focolare, e il fumo che ne usciva indicava che la casa era abitata.
Un tragitto che assumeva un’importanza speciale, generatrice di attese e di meraviglia nella notte precedente la festa dell’Epifania (l’albero di Natale non era ancora così popolare): da lì sarebbe scesa la Befana (ma come fa, col suo sacco pieno di doni, a passare per il camino così stretto e fuligginoso? Foto - Fiamme che ardono nel camino

Era l’interrogativo infantile) e avrebbe riempito le calze appese con piccoli doni, dolciumi e certo anche un po’ di carbone per le marachelle compiute. Come facesse la mitica Befana a scendere per la cappa avrebbero potuto dirlo gli spazzacamini

(categoria dal duro, ingrato, ma indispensabile lavoro) avvolta tuttavia da un alone deamicisianamente romantico, della quale facevano parte anche non pochi ragazzini, cui, nel primo ’900, venne addirittura dedicata una canzone strappalacrime: “Piccolo spazzacamino”, appunto. L’alone romantico circondava, ma con implicazioni ben diverse, anche il “caminetto”, presente nelle stanze, più piccolo e più ornato che non il grosso camino della cucina, con funzioni di riscaldamento, sì, ma anche decorative, di gozzaniana memoria: “…/i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto!) / il caminetto un po’ tetro, le scatole senza confetti/…” class=”corpo-testo” Ora, praticamente, dei focolari resta testimonianza solo in qualche rustico di campagna (un po’ più frequentemente: di montagna) e la presenza dei caminetti nelle abitazioni ha più che altro il ruolo di rievocare atmosfere d’antan, quando attorno a queste fonti di calore si narravano e si vivevano storie che erano le equivalenti antiche delle soap opera odierne.

Foto - Caminetto in muratura

Fonti: Paola Emilia Rubbi

il Caminetto – 5^ parte

Come collocare il Camino

Chi sta pensando da tempo alla realizzazione di un caminetto, è probabile che abbia già una idea di dove collocarlo e di come realizzarlo.

Tuttavia, porsi alcune domande sui motivi che  inducono a volere un caminetto può aiutare a puntualizzare alcune decisioni  sulla sua collocazione, forma e dimensione.

Quanto spesso sarà acceso il fuoco, e con chi sarà condiviso? Sarà soltanto un ulteriore tocco romantico all’atmosfera della casa, o dovrà essere una concreta fonte aggiuntiva di calore?

La collocazione del camino in generale

Collocare un caminetto in un ambiente domestico significa inserirlo non solo in uno spazio, ma anche in un tessuto di relazioni sociali.

Se il camino dovrà servire degli ospiti altrettanto spesso dei familiari, il focolare dovrà essere abbastanza grande da scaldare una piccola folla, e la stanza abbastanza grande da accoglierlo, mentre un piccolo caminetto si inserirà meglio in un ambiente intimo e familiare.

La dimensione della stanza, inoltre, determina la dimensione del camino sia in termini estetici che tecnici. Un grande focolare in una piccola stanza può essere insopportabile per gli occupanti, mentre un piccolo focolare in un grande ambiente non scalderà né il corpo né l’anima

La tabella seguente fornisce alcune indicazioni circa le proporzioni consigliate tra la grandezza della stanza e quella della bocca del camino. Si tratta, naturalmente, di indicazioni di massima, che possono variare, specialmente nel caso di camini prefabbricati, secondo le indicazioni del produttore e il tipo di camino installato.

Larghezza della bocca
in cm.

Dimensioni della stanza
in metri quadrati

Pareti corte

Pareti lunghe

12/16 60 60/80
17/20 70/90 80/90
21/24 80/90 90/100
25/34 80/90 90/120
35/42 80/100 100/120
43/64 90/100 120/150
65 100/120 120/180

Ma un posizionamento funzionale ed efficace richiede più che la giusta dimensione e collocazione.

Ad esempio, porre la bocca del camino troppo vicino ad una porta può provocare correnti d’aria sufficienti a provocare sbuffi di fumo, o causare un ‘traffico’ noioso tra il fuoco e le persone che dovrebbe scaldare. Insomma, bisogna collocare il camino non solo nella stanza giusta, ma anche nel posto giusto dentro la stanza.

Anche le linee di percorso all’interno di un ambiente influenzano la scelta della collocazione. Le linee di percorso sono determinate dalle porte di ingresso e, meno rigidamente, dall’arredamento. Il focolare dovrebbe essere collocato in modo che il ‘traffico’ attraverso la stanza non tagli lo spazio tra esso e l’abituale sistemazione di divani e poltrone per ospiti e familiari.

Quando si colloca il focolare di fronte ad una porta d’ingresso, refoli di vento possono provocare sbuffi di fumo nella stanza ogni volta che la porta viene aperta. Per evitarlo si può collocare un paravento tra il caminetto e la fonte di aria in movimento.

Particolarmente sensibili, a questo proposito, sono i caminetti con due o più lati aperti, che possono essere influenzati persino dal movimento d’aria provocato da una persona che passi loro vicino. La soluzione più semplice è sistemare l’arredamento in modo che non vi sia motivo per muoversi frequentemente vicino al camino.

La dimensione e la forma dell’ambiente sono entrambi importanti per la collocazione del caminetto e per determinare la sua grandezza.

Una stanza piccola offrirà solo una o due possibilità, mentre una stanza molto grande lascerà una maggiore scelta. Se la stanza è all’incirca quadrata, un camino può essere collocato con uguale efficacia su qualunque parete, o anche in un angolo.

Un camino collocato all’estremità di una stanza lunga e stretta, invece, difficilmente irraggerà il suo calore sino all’altra estremità,  e gli ospiti tenderanno a sedersi o a rimanere nei pressi del camino, lasciando vuoto il resto della stanza. Anche sistemare l’arredamento potrebbe diventare un problema. Per questi motivi, nelle stanze rettangolari si tende ad inserire il camino al centro di uno dei lati lunghi.

Un camino, in effetti, può essere usato per dividere una grande stanza in due ambienti più confortevoli, magari con usi diversi, ad esempio pranzo e salotto.

I caminetti bifrontali svolgono egregiamente questa funzione, ed anche i più moderni caminetti ad isola, aperti su tutti i lati, che consentono la visione del fuoco quasi da qualunque punto della stanza.

Le stanze di forma irregolare presentano particolari problemi se il camino è inteso anche come fonte di riscaldamento, poiché i raggi infrarossi che irraggiano dal focolare, e che sono l’unica fonte di calore in un camino tradizionale aperto, viaggiano solo in linea retta.

Bisognerà dunque trovare una collocazione da cui il camino possa ‘vedere’ la maggior parte possibile dell’ambiente. Altrimenti bisognerà ricorrere a quei camini aperti, disponibili comunque sul mercato, che forniscono almeno un parziale recupero di aria calda, per scaldare l’ambiente per convezione, oltre che per irraggiamento.

Un altro aspetto del posizionamento riguarda la sua relazione con il muro nel quale è inserito o appoggiato. Per guadagnare spazio, si può progettare il camino in modo che sia completamente inserito nello spessore del muro, mentre, laddove lo spazio non è un problema, per ottenere il massimo effetto scenografico, il camino può essere completamente proiettato all’interno della stanza e solo appoggiato al muro.

Naturalmente, molto dipende dalla struttura delle pareti. Vecchi casali possono avere pareti di enorme spessore, che però è spesso sconsigliabile attraversare completamente, per questioni di stabilità, mentre case più moderne, con pareti assai più sottili, ma con intercapedine, possono comunque sconsigliare l’attraversamento per evitare di interrompere la continuità della stessa.

La collocazione nella stanza

Il camino d’angolo favorisce anche psicologicamente il ‘raccogliersi’ attorno al caminetto, e presenta altri vantaggi, specialmente in locali di piccole dimensioni: lasciando libere le pareti consente una più semplice disposizione degli altri arredi, e l’eventuale diversità delle due pareti crea meno problemi di simmetria. Inoltre, rende più semplice mimetizzare il volume della canna fumaria.

Il camino d’angolo offre spunto a soluzioni originali, poiché concentra il fuoco prospettico dello spazio in un luogo normalmente periferico dell’ambiente, con effetti inusuali, consentendo, ad esempio, l’uso di forme a base rotonda o poligonale, più difficili da inserire su pareti piane.

Il camino isolato centrale ricorda gli antichi ‘fogolari’ friulani, anche se naturalmente oggi forme e dimensioni sono ben diversi.

Con i moderni e leggeri materiali a disposizione si possono creare cappe di grande libertà formale che scendono dai soffitti su focolari per lo più tondi, attorno ai quali si può creare un anello di posti a sedere, mentre se di forma quadrata o rettangolare ben si prestano a separare in due ambienti più raccolti uno più grande.

Il camino centrale è una scelta impegnativa per il progettista, poiché il resto dell’arredo, e perfino gli elementi strutturali dell’ambiente dovranno essere armonizzati con la prepotente personalità di una tale collocazione.

Il camino inserito nell’arredo è una soluzione tipicamente attuale, propria di camini che hanno perduto la funzione del riscaldamento, e che, opportunamente isolati, possono essere inseriti in una parete attrezzata con una  libreria, un mobile bar o vicino alla tv, senza pericolo.

Camini del genere tendono ad essere meno ‘prepotenti’ di carattere, ed hanno spesso funzione puramente decorativa. I camini prefabbricati si prestano molto bene a questo scopo, essendo in genere già convenientemente isolati, mentre per camini artigianali bisogna porre molta attenzione all’isolamento termico, per ovvi motivi di sicurezza.

Il camino al centro della parete è la collocazione più tradizionale, adottata per secoli, quando il camino era l’unica fonte di riscaldamento. Viene spesso scelto anche per la possibilità di poter più facilmente celare la canna fumaria. Il camino posto al centro della parete tende a diventare elemento architettonico isolato dal resto dell’arredo, e dominante.

In genere in questa posizione viene utilizzato un camino con apertura frontale, ovvero aperto su tre lati, anche se in questo caso la tecnica di funzionamento può dare più problemi. Sarebbe meglio posizionare questo tipo di camino sulla parete opposta a quella dove sono presenti finestre.

Il camino divisorio, un bifrontale, ad esempio, può essere elemento di una parete divisoria attrezzata, posta, poniamo, tra cucina e camera da pranzo, ovvero tra pranzo e salone.

Anche in questo caso, come nel camino centrale, bisogna fare particolare attenzione alle correnti d’aria, che questi camini soffrono maggiormente, ed alle cappe aspiranti delle cucine, che possono creare una depressione tale da prevalere sul tiraggio del camino, in genere già scarso.

Problemi architettonici strutturali. La canna fumaria

Naturalmente, il posizionamento del camino è condizionato principalmente dalla possibile collocazione della canna fumaria.

Installare un caminetto in una casa in costruzione è più semplice e meno costoso che aggiungerne uno ad una casa già costruita. Dovendo aggiungere un caminetto, bisogna considerare le modifiche strutturali per sistemare il focolare, il basamento e la canna fumaria.

Un caminetto in muratura, specialmente, è più facilmente installabile all’esterno della casa che all’interno, perché fondamenta e canna fumaria sono realizzabili all’esterno, il che minimizza la perdita di spazio interno e la necessità di modifiche strutturali. I caminetti prefabbricati, invece, non richiedono fondazioni, e possono essere collegati ad una canna fumaria di non grandissime dimensioni, che più facilmente può attraversare un solaio. Questo tipo di caminetti possono essere facilmente installati su una parete interna senza tante modifiche strutturali. Certi camini ultramoderni autoportanti possono essere installati ancora più facilmente, praticamente come se fossero stufe.

Palazzi a più piani pongono particolari problemi per l’aggiunta di un caminetto inizialmente non previsto, se si abita ai piani bassi. La canna fumaria, ad esempio, può diventare molto lunga e costosa. Per di più la sua installazione interna diventa molto difficile, per lo spazio che occuperebbe negli interni dei piani superiori, e per la necessità di evitare altri servizi tecnici, come tubi del riscaldamento, dell’acqua sanitaria, condutture del gas e cavi elettrici.

Comodità di utilizzo

Anche l’utilizzo quotidiano del camino pone problemi che vanno vagliati in fase di progettazione, ad esempio l’immagazzinamento della legna e la rimozione delle ceneri. L’utilità di un magazzino per la legna interno alla casa sarà evidente la prima volta che dovrete affrontare una notte di pioggia per andare a rifornirvi di legna in giardino o in garage. Trasportare il legno dentro casa significa anche cospargerne di frammenti il pavimento. La soluzione ideale sarebbe un magazzino per la legna costruito attraverso una parete vicino al camino che possa essere rifornito dall’esterno e utilizzato dall’interno. Altrimenti, nel progetto e negli ingombri del camino andrebbe previsto un ripostiglio per la legna a fianco o sotto il focolare stesso.

Un camino in muratura costruito su fondamenta è più pesante e costoso, ma può disporre di un magazzino per la cenere posto sotto il focolare e già collegato all’esterno per la pulizia periodica. Un camino prefabbricato in genere non offre lo stesso vantaggio, e deve essere ripulito dall’interno della casa come una stufa.

Il focolare esterno, previsto dalla norma UNI 10683, è quell’estensione del focolare che serve a proteggere pavimenti combustibili dalle scintille, dal rotolamento dei ciocchi di legna e dall’irraggiamento della fiamma. In qualunque caminetto appoggiato od inserito a parete, il focolare esterno deve estendersi dal bordo del focolare vero e proprio secondo misure stabilite dalla norma e proporzionali alla dimensione della bocca del focolare.

I focolari esterni possono essere realizzati sia a filo pavimento che sollevati da esso. La disponibilità di spazio spesso detta la scelta: stanze piccole probabilmente richiedono un focolare esterno a filo del pavimento, perché sia calpestabile, mentre in stanze più grandi può essere sollevato, anche per dare maggiore importanza al camino. Un focolare esterno notevolmente rialzato può anche provvedere all’immagazzinamento della legna e fornire un caldo strapuntino.

Fonti: Alfredo Neri

Camino in bagno lussuoso

COME ARREDARE IL BAGNO IN MODO LUSSUOSO: TANTE IDEE A CUI ISPIRARSI

Un bagno arredato in modo lussuoso si contraddistinguerà per i materiali preziosi, gli arredi di alta qualità e una serie di optional, talvolta anche inaspettati.

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Ecco tanti utili consigli su come arredare il bagno in modo lussuoso. Ricercatezza dei materiali, alta qualità, massimo del comfort, ricercatezza di stile, queste devono essere le caratteristiche principali di un bagno arredato in modo lussuoso, una vera e propria oasi di relax, in grado di coniugare estetica e funzionalità in modo unico ed esclusivo. Certo, un bagno di lusso non è accessibile a tutti ed è proprio questo a renderlo così speciale. Ecco allora tante idee a cui ispirarsi.

Arredare un bagno in modo lussuoso significa non badare troppo a spese nella scelta dei materiali e dei vari elementi d’arredo. Un bagno di lusso, per essere definito tale, dev’essere esclusivo e particolare, in grado di soddisfare tutte le esigenze in un ambiente di stile e ricercato. Lo stile da adottare per un bagno arredato in modo lussuoso rispecchierà la personalità del padrone di casa. Ecco allora alcuni spunti che potrebbero essere utili.

Innanzitutto la scelta dei rivestimenti, che saranno il punto chiave dell’intero ambiente. Il marmo si rivela il materiale più adatto per rendere più lussuoso il bagno: le venature naturali e le sfumature cromatiche tipiche di questo materiale conferiranno eleganza a ogni contesto.

Chi ama uno stile più naturale, in linea con le tendenze arredo bagno moderne, non sbaglierà scegliendo il legno, sia per i rivestimenti che per gli elementi bagno, da alternare magari a pietra e sasso. Anche la rubinetteria bagno rispecchierà lo stile d’ispirazione naturale, con docce effetto cascata e vasche da bagno rotonde in pietra naturale. Dei quadri su parete raffiguranti sassi e piante verdi, completeranno lo splendido scenario.

Chi ama le eleganti salles de bain del passato, così grandi e sfarzose, non dovrà far mancare nell’arredo bagno i dettagli dorati: piastrelle decorate con motivi sinuosi, rubinetteria preziosa, lampadari di cristallo metteranno in luce tutta la raffinatezza di questo pregiatissimo materiale. In questo bagno i rivestimenti saranno rigorosamente dalle superfici lucide e personalizzeranno interamente pareti, pavimenti e soffitti.

Per arredare un bagno in modo lussuoso, oltre agli arredi indispensabili per questo ambiente, dovrai concedere particolare attenzione a tutti quelli che possono essere considerati gli optional. Solo in questo modo la tua salle de bain potrà essere considerata davvero di lusso. Televisioni e sistemi audio intratteranno l’ospite regalandogli piacevoli momenti di relax mentre un bel camino acceso farà da sfondo a un piacevole bagno romantico per due. Non resta che stappare lo champagne!

Fonti: DesignMag

Scritto da Fabio Fratini di Homy Calor

il Caminetto – 4^ parte

I Caminetti prefabbricati

Anche l’utilizzo quotidiano del camino pone problemi che vanno vagliati in fase di progettazione, ad esempio l’immagazzinamento della legna e la rimozione delle ceneri. L’utilità di un magazzino per la legna interno alla casa sarà evidente la prima volta che dovrete affrontare una notte di pioggia per andare a rifornirvi di legna in giardino o in garage. Trasportare il legno dentro casa significa anche cospargerne di frammenti il pavimento. La soluzione ideale sarebbe un magazzino per la legna costruito attraverso una parete vicino al camino che possa essere rifornito dall’esterno e utilizzato dall’interno. Altrimenti, nel progetto e negli ingombri del camino andrebbe previsto un ripostiglio per la legna a fianco o sotto il focolare stesso.

Un camino in muratura costruito su fondamenta è più pesante e costoso, ma può disporre di un magazzino per la cenere posto sotto il focolare e già collegato all’esterno per la pulizia periodica. Un camino prefabbricato in genere non offre lo stesso vantaggio, e deve essere ripulito dall’interno della casa come una stufa.

Il focolare esterno, previsto dalla norma UNI 10683, è quell’estensione del focolare che serve a proteggere pavimenti combustibili dalle scintille, dal rotolamento dei ciocchi di legna e dall’irraggiamento della fiamma. In qualunque caminetto appoggiato od inserito a parete, il focolare esterno deve estendersi dal bordo del focolare vero e proprio secondo misure stabilite dalla norma e proporzionali alla dimensione della bocca del focolare.

I focolari esterni possono essere realizzati sia a filo pavimento che sollevati da esso. La disponibilità di spazio spesso detta la scelta: stanze piccole probabilmente richiedono un focolare esterno a filo del pavimento, perché sia calpestabile, mentre in stanze più grandi può essere sollevato, anche per dare maggiore importanza al camino. Un focolare esterno notevolmente rialzato può anche provvedere all’immagazzinamento della legna e fornire un caldo strapuntino.

I caminetti prefabbricati sono realizzati secondo un preciso progetto, che prevede generalmente anche norme specifiche per l’installazione. Sono acquistati completi di tutte le parti, in muratura e/o metalliche, ed il lavoro si riduce alla installazione e, per alcuni tipi, al successivo trattamento ‘cosmetico’ del focolare. Si trovano in commercio sia di tipo radiante che convettivo, con focolari sia in metallo che in muratura,.

I camini prefabbricati si trovano in dozzine di differenti modelli, dai più elaborati ai più semplici, con prezzi che variano di conseguenza. Tutti condividono gli stessi vantaggi di base: prezzo relativamente basso, facilità di installazione, peso relativamente leggero. Inoltre hanno in genere una canna fumaria più piccola.

I camini prefabbricati possono a loro volta essere suddivisi in varie categorie:

Caminetti prefabbricati finiti, cioè camini già completi e assemblati in ogni loro parte, sia interna che esterna, che devono solo essere trasportati e posizionati nella loro collocazione definitiva e collegati ad una canna fumaria per poter funzionare.

Sono, ovviamente, i camini più facili da installare, molto simili a stufe come semplicità di posa in opera, e realizzati generalmente in metallo. L’installazione richiede solo il rispetto delle distanze di sicurezza da pareti ed elementi d’arredo e delle istruzioni del costruttore rispetto alla dimensione, altezza e qualità della canna fumaria, mentre non sono richiesti elementi o materiali accessori oltre quelli forniti. In questa categoria rientrano ormai praticamente solo i camini ‘tipo Franklin’.

A destra è fotografato, il modello ‘Colonial’ della Godin, che ricalca quasi perfettamente l’originale disegno settecentesco di Benjamin Franklin, mentre qui a sinistra è fotografato un modello della ‘Ceramiche Savio’, in maiolica di Castellamonte, che, modificando il disegno originale, ha aggiunto due uscite per aria calda di convezione.

Questo tipo di camini, ovviamente, non consentono alcuna personalizzazione, a parte, in alcuni casi, la scelta del colore e della finitura superficiale. Trattandosi di blocchi completi e prefiniti, l’ingombro ed il peso possono costituire un problema per il trasporto e l’installazione. Per la realizzazione del canale da fumo e della canna fumaria andranno scrupolosamente seguite le istruzioni del produttore. La presa d’aria fresca andrà realizzata esternamente, e quasi sempre non potrà essere nascosta dall’involucro del camino, il che potrebbe provocare fastidiose correnti d’aria.

Accessori come la legnaia o un  recipiente per la cenere dovranno anche essere previsti a parte.

Caminetti prefabbricati semifiniti, cioè camini forniti già completi nelle singole parti, anche di finitura ‘estetica’, ma che richiedono comunque un’opera di assemblaggio e collegamento di queste sul posto di installazione.

La posa in opera prevede solo semplici opere edili, ed alcuni materiali accessori, come sigillanti per alte temperature, coibentanti e ferramenta per la sigillatura delle parti.  Come i caminetti finiti,  consentono poche ‘personalizzazioni’. Anche questi sono in gran parte realizzati in metallo, ma alcune parti possono essere in materiale refrattario od in legno, come le cornici.

In questa categoria rientrano molti moderni camini di design, ma anche classicicamini tipo Rumford, come quello fotografato qui a destra, prodotto dalla inglese Stovax, con interno in ghisa, decorazione in mattonelle di ceramica e cornice in legno. In questo tipo di camino la scelta è tra alcuni modelli di cornice, e di interni, ed a diverse serie di mattonelle decorative. Le tre parti principali, cornice, interno e focolare esterno,  possono anche essere acquistate separatamente.

A sinistra, invece, un camino di design di J.C. Bordelet, francese, importato da Zeta Linea, dove la scelta è ristretta esclusivamente al modello, ed, in alcuni casi, ai colori.

L’installazione dei camini prefiniti può essere più o meno complessa a seconda del modello e del produttore scelto, ma in genere richiede l’ausilio di personale esperto e, naturalmente, lo scrupoloso rispetto delle istruzioni del fabbricante.  Trattandosi di camini prefiniti anche dal punto di vista estetico, occorre una buona capacità di prevederne l’impatto architettonico e stilistico in un arredamento esistente.

 

Caminetti prefabbricati grezzi, cioè interni di camini, o camere di fuoco complete di cappa, ( insomma, la parte puramente ‘tecnica’ del camino) realizzate generalmente in materiale edile di varia natura, ma con parti metalliche (come le valvole, le griglie per la cenere, ed, a volte, un rivestimento in ghisa delle pareti del focolare), suddivisi in vari pezzi per semplicità e sicurezza di trasporto, senza finitura esterna, ma che possono essere finiti esteriormente in qualunque modo.

L’installazione richiede l’impiego di manodopera esperta, opere edili abbastanza impegnative e l’utilizzo di materiali estranei alla confezione, ma che divengono parte integrante del prodotto finito, come malte e cementi refrattari, coibentanti, etc.

Rientrano in questa categoria la maggior parte dei prefabbricati venduti sul mercato, sia classici camini all’italiana, come il modello K75 dell’Edilkamin fotografato qui a destra, sia prefabbricati tipo Rumford, meno diffusi da noi, ma comuni nel mondo anglosassone, come quello disegnato sotto.

I camini all’italiana sono prodotti in una grande varietà di forme e dimensioni. Si tratta generalmente di camini a parete, e possono essere squadrati o curvi,  frontali o ad angolo, con uno, due o anche tre lati aperti, ovvero bifrontali.

Si va dai più semplici ed economici ‘camini da cottura’, realizzati in materiale refrattario di vario tipo , ai più complessi e costosi modelli ‘ da riscaldamento’, con pareti interne rivestite in ghisa, per aumentare l’irraggiamento, oppure con complessi meccanismi di ricircolo e distribuzione di aria calda, ad effetto convettivo.

 Più complesso è il camino, maggiore perizia è richiesta nell’installazione, e più importante diventa la cura con cui parti accessorie generalmente non fornite, ad esempio la controcappa esterna, debbono essere realizzate per ottenere il massimo risultato previsto dal progetto.

Come già accennato, tutti i camini prefabbricati presentano una serie di vantaggi rispetto ai camini artigianali, il principale dei quali è che il problema tecnico del camino è già stato risolto dal produttore e che tutto quello che occorre fare è seguire alla lettera le istruzioni di posa in opera per ottenere un buon risultato.

I camini prefabbricati, a parità di qualità del prodotto finito, sono in media più economici dei camini artigianali, più leggeri e facili da collocare, più semplici da installare.

D’altra parte, poiché acquistando un prefabbricato, si acquista anche un progetto, che prescrive le dimensioni dell’ambiente in cui il camino andrà collocato, l’altezza, il tipo e la sezione di canna fumaria, etc. etc., questo generale vantaggio può trasformarsi in un limite in alcuni casi particolari in cui, nonostante la grande varietà di prefabbricati presenti in commercio, sia difficile trovarne uno che si adatti perfettamente alle proprie esigenze.

Inoltre, un camino prefabbricato è, appunto, inequivocabilmente ‘prefabbricato’, specie nei prodotti più economici, il che può essere insopportabile per chi, in un camino, ricerchi anche un particolare ‘glamour’ architettonico, a parte alcuni prodotti di altissimo design, peraltro non facili da collocare, ed in genere estremamente costosi.

Camini a gas.

Un’alternativa vista con sempre maggior da chi vuole sia riscaldare gli ambienti che godere dell’atmosfera romantica del caminetto, ma senza troppe noie, è il camino prefabbricato a gas.

Questi camini somigliano a quelli convenzionali, ma hanno ciocchi artificiali di legna mineralizzata, e ugelli del gas nascosti che accendono la fiamma con un comune interruttore.

Un catalizzatore inserito nell’impasto dei ciocchi fa virare il colore della fiamma dal blu del gas al rosso della legna, rendendo un focolare a gas ben costruito quasi indistinguibile da un autentico focolare a legna.

L’installazione deve essere però assolutamente eseguita da un tecnico professionista e certificata in base alla L. 46/90, e non possono mai essere installati in camere da letto.

il Camino bifacciale

Il camino costituisce all’interno della casa un elemento capace di creare un’atmosfera particolarmente intima e confortevole, e contemporaneamente è in grado di svolgere la sua funzione di produrre calore e quindi benessere termico.

camino bifacciale

 

 

 

 

Il caminetto bifacciale moltiplica il piacere dei momenti trascorsi davanti al focolare, perché, grazie a due bocche di fuoco, consente di usufruire e ammirare la fiamma da due punti diversi.

Dal punto di vista progettuale il risultato è particolarmente scenografico, perché è possibile dividere un ambiente senza separare completamente o godere il piacere della visione della fiamma allo stesso tempo in due locali differenti, oppure da due angolazioni camino bifaccialediverse dello stesso locale, senza perdere nulla dal punto di vista della qualità e del rendimento.

 

 

Possiamo prendere spunto da questi caminetti per suggerire qualche interessante soluzione progettuale, partendo però dal presupposto di verificare preventivamente se la posizione della canna fumaria permette la possibilità di ricorrere a questo tipo di disposizione.

Una prima proposta può essere quella di disporre il camino tra la cucina e il soggiorno. In questo modo esso diventa una sorta di diaframma, un elemento di divisione tra la zona conversazione e la zona pranzo, e al tempo stesso può essere usato anche per cucinare.

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Una seconda proposta può essere rappresentata dal camino passante inserito tra soggiorno e camera da letto, in modo da poter godere del tepore anche in camera.

Qui, il camino può essere inserito nella parete armadio di fronte al letto, mentre in soggiorno è nella posizione classica, davanti ai divani disposti ad angolo.

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Fonti immagini: https://www.kachelofen.company